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CHIESA CONVENTUALE DI SAN MICHELE

Quando i conventuali di Santa Maria se ne andarono i Minori Osservanti decisero di trasferirsi nel villino che Marco Valenti offriva loro e che si trovava su Monte Albano. Nel 1708, l'edificio comprendente il villino e il giardino circondato dalla Via Crucis venne in possesso dei frati. San Michele nacque nel 1724 sulle rovine del Castrum di Monte Albano, e fu progettato dall'architetto romano Alfieri, in stile neo barocco sul fronte un timpano rettangolare coronato da volte gli fa da cornice e in basso c'è una grande finestra. All'interno della chiesa c'è un'unica grande navata con ai lati due cappelle, sull'altare ci sono due statue di San Francesco e Sant'Antonio da Padova. Tutti gli arredi sacri che abbelliscono la chiesa sono stati dipinti da Frà Damiano da Monticelli, P.G. Battista e da padre Michelangelo Cianti, che decorò le nude pareti della chiesa e restò lì fino alla morte (1923), tutto questo avvenne dopo che i conventuali se ne andarono dal convento che passò in mano allo stato nel 1873. Il convento per alcuni anni è stato utilizzato come sala per concerti e spettacoli teatrali e nelle stanze adiacenti è prevista la sede dell'antiquarium comunale. Oggi l'opera di padre Michelangelo è compromessa delle infiltrazioni d'acqua penetrate dal tetto rifatto nel 1980. Dei due grandi dipinti che decorano le pareti, è recuperabile solo quello a destra rappresentante l'apoteosi di S. Francesco, quello a sinistra è mangiato dalla muffa; a sinistra s'intravede l'autoritratto del pittore. Il convento ha un piano terreno a volta, costituito dal chiostro ad arcate con pozzo al centro e cisterna sottostante, dal quale si accede alle stanze di servizio; le celle dei frati, una cucina e la stanza del Superiore al primo piano; una scaletta porta alla soffitta sulla quale venne eretta durante l'ultima guerra una torretta ora demolita. La struttura cominciò ad essere danneggiata quando la usarono come commando militare e per l'accoglienza degli sfollati, ma il colpo di grazia lo dettero le troupe cinematografiche che ripresero dall'interno e facilitarono la spoliazione dell'edificio.

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