RODOLFO LANCIANI
Rodolfo
Lanciani, nato a Montecelio nel 1846, frequentò le
scuole presso il Collegio Romano e poi l'università
della Sapienza divenendo ingegnere; si dedicò agli
studi di archeologia ed ebbe come maestri Giovanni
Battista De Rossi e Carlo Lodovico Visconti. Oltre
a ricoprire cariche governative, fu vicedirettore
del Museo Kircheriano e Direttore degli scavi dal
1877, mentre l'anno seguente gli fu affidata la cattedra
di Topografia romana all'Università di Roma. La sua
attività si svolse sul campo con ricognizioni e scavi,
condotti nell'area della città di Roma e nella campagna
circostante, accompagnati da ricerche di documenti,
e dall' elaborazione di rapporti pubblicati mensilmente
nei periodici specializzati ufficiali. Le sue più
importanti ricerche furono alla base di opere fondamentali
per l'archeologia romana come la Forma urbis Roma
(1893-1901) e la Storia degli scavi
iniziata a pubblicare nel 1902. Negli studi di topografia
romana si distinse notevolmente dai suoi contemporanei
per aver privilegiato la documentazione grafica come
supporto essenziale alle fonti scritte.In una nota
manoscritta egli descrive così la genesi della sua
collezione di stampe e disegni: "L'importanza
di questa collezione deriva dal gran numero di disegni
originali e stampe avanti lettera da me acquistate
dagli eredi degli architetti incisori. Butii, Paolo
Posi, G.B. Cipriani, Ludovico Caracciolo, Luigi Canina,
Luigi Rossini, Gian Luigi Valadier, Antonio de Romanis,
Francesco Pannini, G. Winkelm[an], Agostino Penna,
Seroux D'Agincourt, Pinelli" ( Ms. Lanciani
136/2) La collezione, dal Lanciani suddivisa in cartelle
è stata successivamente ricomposta in volumi, conservando
l'ordine originario. Rispetto alla sua biblioteca,
la collezione rappresenta un archivio di immagini
costituito da stampe, disegni, fotografie, non senza
progetti e rilievi archeologici, architettonici e
urbanistici.Una parte di questo materiale, estremamente
eterogeneo, si può collocare in un arco temporale
fra il XVII e il XIX secolo;esso è raccolto in volumi
a carattere monografico su singoli monumenti ( ad
es. Colosseo, Fori etc.) o su una particolare tipologia
(ad es. terme, fontane, acquedotti) o a carattere
prettamente topografico e cartografico ( ad es. Regiones,
Piante di Roma, Panorami). In ogni volume vengono
così a trovarsi materiali di diverso tipo, data e
autore; nei volumi delle chiese, ad esempio, il materiale
è raggruppato per singolo edificio, ma accanto ad
incisioni di ogni dimensione ed epoca risultano disegni
(rilievi, progetti di rifacimento, adattamenti, restauri),
fotografie e stampe con immagini sacre. Altri volumi
raccolgono opere di singole personalità dell'archeologia
e dell'arte come il Silvestre, il Caracciolo, il Rossini,
etc.Questo materiale, circa settemila pezzi, è schedato
per soggetto, in un catalogo speciale cartaceo. La
seconda parte della collezione Lanciani è costituita
dal Fondo Lafréry: si tratta di una raccolta circa
cinquemila incisioni tratte da rami del XVI secolo
- opera di diversi artisti - presenti nella bottega
del maggiore editore-stampatore operante a Roma in
questo campo, e ripresi in edizioni successive quando
le matrici passarono
nell'arco di tre secoli ad altri stampatori (De Rossi,
Losi, Calcografia Camerale)Come la precedente serie
anche questi volumi sono divisi per temi diversi (monumenti,
piante, obelischi, musei, apostoli, sibille etc.)
o per autori (C. Cort, il Maestro del Dado, Marcantonio
Raimondi e la sua scuola, Enea Vico, il Caraglio,
G. Bonasone, i Carracci, Ghisi, Villamena, Thomassin,
Cherubino Alberti)..Il fondo Lafréry è stato catalogato
in formato elettronico.
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