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Home» Notizie di Montecelio » Bruciare i rifiuti a Guidonia?

Bruciare i rifiuti a Guidonia?

Combustibili da rifiuti nei forni dell'Unicem?
Preoccupazione tra la popolazione per le possibili conseguenze sulla salute

Buzzi Unicem adeguerebbe i suoi impianti per inserirsi nel “ciclo dei rifiuti” bruciando 70.000 tonnellate l’anno di combustibile da rifiuti. Ciò consentirebbe all’industria Buzzi Unicem di entrare nel business dei rifiuti roponendosi come alternativa al quarto impianto inceneritore del Lazio. E’ allarme tra i cittadini e le associazioni degli ambientalisti che si oppongono al progetto. Tra le prospettive di risanamento ambientale, le assicurazioni dei politici e gli sforzi degli ambientalisti, il futuro peggiore che si potesse immaginare era quello di non riuscire a migliorare le condizioni ambientali di Guidonia o, addirittura, vederle peggiorare. L’intenzione della Buzzi Unicem di utilizzare cdr (combustibile da rifiuti) in aggiunta al combustibile fossile che attualmente alimenta i forni del cementificio, è quanto di peggio ci si potesse aspettare. Anche l’Ama di Roma contribuirebbe in maniera sostanziale per raggiungere le circa 70.000 tonnellate di cdr/anno alle quali si sommerebbero circa 105.000 tonnellate di carbone derivato da petrolio (petcoke). Buzzi Unicem prevede inoltre di incrementare la produzione dello stabilimento rispetto a quella attuale. Il motivo di preoccupazione da parte dei cittadini risiede nella percezione che l’intero processo produttivo non sia monitorato adeguatamente e trasparentemente dal punto di vista della prevenzione dei danni ambientali e che le autorità politiche mantengano una posizione più vicina agli interessi delle aziende produttive piuttosto che alla salute dei loro elettori. Se si pensa al solo sollevamento di polveri provocato dalle centinaia di camion che attraversano il nostro Comune e alla inadeguatezza dell’apparato di controllo, come nel caso dei trasporti di materiali non coperti da telone, allora la preoccupazione di un incremento della produzione è più che motivata.
E che dire delle angosce provocate da quello strano fenomeno notturno (accidentale, secondo Buzzi Unicem) che di tanto in tanto si manifesta con l’emissione, dalle ciminiere, di nubi scure, dense e persistenti che con difficoltà si sollevano nell’aria? A volte, ricadendo su se stesse, queste “fumate” disegnano un inquietante fungo nero, noto soprattutto agli abitanti di Montecelio che hanno un punto di vista “privilegiato”.
Tra i cittadini è sempre più diffusa la convinzione che ci possa essere un nesso tra le numerose malattie che si manifestano nel nostro Comune e le attività del cementificio, delle escavazioni e del traffico pesante. A Montecelio intanto si allunga l’elenco di nuovi casi. Quando si piange la perdita di giovanissimi poi, a torto o a ragione, si guarda con rinnovata preoccupazione alle ciminiere della Buzzi Unicem. E il pensiero è sempre lo stesso: cosa fa la politica? La politica è troppo lenta, incatenata al peso delle alleanze, persegue obiettivi di partito dimostrando, al di là di fiumi di parole, che non ha fatto né farà mai abbastanza per tutelare la salute dei cittadini come dovrebbe. Fosse anche soltanto nel dubbio che le sue omissioni mettessero a rischio la vita di qualcuno. Non è quindi il progresso il problema di Guidonia ma il modo di concepirlo e condurlo. Per i cittadini, chi preoccupato chi esasperato, si sta avvicinando il punto di rottura e la questione del cdr sta facendo traboccare il vaso.

Comitato Montecelio

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