La rocca di Montecelio è forse il simbolo dell’intero territorio comunale. Visibile da lontano e da molti luoghi testimonia a tutti la nostra plurimillenaria storia. Costruita nel X secolo ha vissuto momenti di grande splendore giungendo ad ospitare il Pontefice e molti importanti regnanti. E' stata teatro di tragedie ed ha scandito i momenti più importanti del nostro passato. Oggi, al contrario di un tempo, non è più neanche illuminata ed è infatti l’unica al buio tra tutti i castelli dei paesi vicini. La situazione di imbarazzante incuria è evidente già all'approssimarsi del cancello d’ingresso, oramai divelto ma ancora munito di due grandi catenacci, dove è possibile intravedere non già la meraviglia delle antiche mura ma un luogo in cui le erbacce regnano incontrastate continuando la loro lenta e inesorabile opera di demolizione. Accanto un cartello oramai stracciato avvisa che “la rocca è chiusa a tempo indeterminato” e allora non rimane altro che guardare le facce sorprese dei pochi spaesati turisti che si avventurano sin quassù. Le cose non vanno meglio nel versante opposto all’ingresso, unico teatro di giochi per i bambini del borgo, da anni ridotto ad una pattumiera con depositi di calcinacci, elettrodomestici e immondizia varia, dove pulci e zecche fanno puntualmente la loro comparsa ad ogni primavera.
Lo scorso mercoledì 3 marzo le copiose piogge invernali hanno fatto addirittura crollare una grossa parte delle antiche costruzioni in pietra, la cui pericolosa instabilità era stata vanamente e più volte segnalata dal nostro Comitato. Il vasto crollo, avvenuto in piena notte ha fatto tremare le case li intorno svegliando di soprassalto i residenti tanto che in molti hanno temuto un terremoto. Fortunatamente l'ora tarda in cui si è verificato l'evento ha fatto si che nessuno si trovasse a passare di lì in quel momento e che le macerie ed i grossi massi delle mura non siano rotolati lungo il pendio sino a raggiungere le sottostanti abitazioni di via della Lapide. Se il crollo fosse avvenuto in orari diversi si sarebbe rischiata la tragedia dato che il luogo è frequentato sia da numerosi residenti che vi portano a spasso il cane sia da bambini che vi si recano per giocare.
L’intera area è ora evidentemente esposta al concreto rischio di ulteriori crolli ma nessuno si è sentito in obbligo di muoversi per rimuovere i detriti, puntellare o almeno recintare il luogo a tutela dell’incolumità pubblica. Se non si procederà per tempo altri e più importanti crolli potrebbero verificarsi esponendo a serio rischio non solo la rocca ma l'incolumità stessa di passanti e residenti. Quasi un secolo fa Don Celestino Piccolini, storico ed archeologo di fama, invitava dalle pagine delle sue preziose pubblicazioni a restaurare la rocca proprio per prevenirne i crolli. Parole sagge ma purtroppo del tutto ignorate.
Eppure basterebbe davvero poco per manutenere questi luoghi donando alla popolazione del borgo un luogo di aggregazione che attualmente non esiste. Basterebbe una periodica manutenzione ordinaria, magari avvalendosi delle numerosi associazioni di volontariato, per donare nuovamente una invidiabile terrazza su Roma. A giudicare dalla situazione sembra invece che la nostra storia e i nostri monumenti siano solo un fastidioso onere per l’amministrazione comunale che ha ritenuto più sbrigativo dimenticare le testimonianze del passato grazie ad una metodica opera di abbandono che è passata per l’incuria e il vandalismo sino a generare il degrado di cui oggi siamo testimoni. Uno stato di abbandono e fatiscenza che evidenzia come la condanna al dissolvimento dei nostri beni artistici e architettonici sia già stata firmata con totale e sorprendente indifferenza.
Il Comitato Cittadini Montecelio
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