Il Portale di Guidonia Montecelio e Dintorni
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I DINTORNI >> LE CIRCOSCRIZIONI DI GUIDONIA MONTECELIO - COLLE FIORITO

I testi di questa pagina sono frutto di una ricerca-studio fatta da Matteo De Felice e Simone Saccucci.


PREMESSA

Colle Fiorito è la nona circoscrizione del Comune di Guidonia Montecelio e si trova tra Roma e Tivoli. Nasce nei primi anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, anche se già sul finire del 1800 i pastori transumanti – vargari, in dialetto – vi costruirono le loro capanne. A partire dagli anni Cinquanta del Novecento i signori della zona, ricchi possidenti proprietari di tenute, iniziarono a vendere lotti di terra: è qui che ha luogo il primo sviluppo di questa cittadina. Sul finire degli anni Settanta si incomincia ad approfittare della poca attenzione delle istituzioni verso la zona – assenza di un Piano Regolatore – per costruire nell’ultima grande fetta di terra presente; negli anni Ottanta avviene il secondo grande popolamento del territorio, proprio in conseguenza della serie di palazzi costruiti (alcuni dei quali popolari). Se i primi abitanti di Colle Fiorito provengono da paesi come Vallinfreda, Ricetto, Pozzaglia, coloro che arrivano nei primi anni Ottanta lasciano le loro case in quartieri di Roma, come per esempio Centocelle. In base a ciò Colle Fiorito – oggi cittadina di circa 8000 abitanti, secondo dati "pubblicati dal Portale di Guidonia Montecelio e Dintorni" – si mostra caratterizzata da una sorta di “confine” che divide la cosiddetta Colle Fiorito Nuovo dalla così definita Colle Fiorito Vecchio. Fra queste due aree esistono varie differenze:

• Differenze di Età dei residenti (popolazione particolarmente giovane nel primo caso, molto più adulta nel secondo).

• Differenze strutturali, a livello urbanistico.

• Differenze – come già sottolineato – di origini e, quindi, di bagagli culturali e di modi di comunicare.

• Differenze di servizi: premettendo che i servizi pubblici di vario tipo sono per lo più assenti in tutta la cittadina, la zona definita “vecchia” però, da questo punto di vista, è in completo abbandono.

• Differenze di presenze: le attività di vario genere (da commerciali a sociali, da politiche a religiose) sono presenti – anche se sempre in maniera superficiale – totalmente nella zona “nuova”; i residenti in questa vivono gran parte della loro giornata a Roma, come pendolari, mentre nella parte “storica” la maggior parte vive le proprie giornate nella cittadina (soprattutto perché pensionata).

Alla crescita di Colle Fiorito “nuovo”, corrisponde una lenta, e all’apparenza inesorabile, morte di Colle Fiorito “vecchio”.
C’è uno spostamento di interesse in tutti i campi, compreso quello religioso; la prima chiesa è stata completamente privata delle attività parrocchiali: esse sono state trasferite nella recente struttura sita in Colle Fiorito “nuovo”.
Quest’ultimo diventa quasi la dimensione caratterizzante Colle Fiorito che, come spesso accade per altre cittadine, diventa agli occhi delle istituzioni, e degli abitanti, un vero e proprio Paese Dormitorio, senza storia e passato e quindi senza alcuna speranza di miglioramento presente e futuro.
È per questo che si è focalizzata l’attenzione, in questo piccolo lavoro di ricerca, sul passato della cittadina; senza volere in nessun modo rendere ancora più netto il confine tra le due dimensioni di Colle Fiorito, ma con l’intento piuttosto di iniziare a costruire una memoria che sia comune e riconosciuta. L’attenzione al passato in questo preciso contesto è stata quindi necessaria, perché esso da sempre è stato negato ed ignorato.
Se il lavoro svolto ha il sapore nostalgico di un fiabesco ritorno alle origini, l’accettiamo di buon grado. In una condizione come questa – nella quale la storia e le storie sono rimaste mute fino ad oggi – non si poteva non centrare l’attenzione sul passato e non si poteva non indurre gran parte degli abitanti di Colle Fiorito vecchio in questo particolare sentimento.


IL LAVORO

Il lavoro di ricerca effettuato è caratterizzato:

• Da registrazioni soprattutto ai primi abitanti (per delineare la storia/storie del paese e le varie origini di questi).

• Da un lavoro di raccolta di foto storiche (inizialmente ne sono state raccolte 60: raffigurano zone della cittadina e momenti importanti, sia di natura pubblica che privata)

• Da un impegno di raccolta dei documenti esistenti (si sono trovati per ora tre diari scritti da tre dei primi abitanti della cittadina ed una serie di ricevute date a chi contribuì negli anni Sessanta alla costruzione della chiesa).


IL GIORNO DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA
 
Il 21 Ottobre 2006, dalle 9.00 alle 20.00, è stata aperta la Prima Mostra Fotografica su Colle Fiorito.
Si è tenuta in un luogo storico per la cittadina: il terreno della prima famiglia – la famiglia Sinceri - che nel 1938 si insediò a Colle Fiorito e che negli anni Quaranta aprì la prima attività commerciale (una delle poche ancora presenti nella zona “storica” del paese: un vero e proprio “centro d’aggregazione” che è stato essenziale per la riuscita della mostra).

La famiglia Sinceri – che comprò questo terreno nel 1890 – ha collaborato insieme a noi all’allestimento della giornata sulla storia della cittadina.
Ha offerto piccoli pranzi e caffè, ha riempito il tavolo del rinfresco con i prodotti del negozio, ha chiamato conoscenti e ha invitato clienti a guardare le foto.
La partecipazione delle persone è stata una caratteristica centrale di questa giornata che, verso sera, è diventata una festa in cui parlare insieme, per la prima volta, del proprio paese: dal passato si è discusso del presente e da questo di nuovo si è approdati al passato.

I visitatori della mostra sono stati circa 400.
Per il grande successo si è pensato di tenerla aperta tutta la settimana successiva e, durante questo periodo, si sono raccolte altre foto e storie che ancora ci vengono a cercare: si è acceso quel “meccanismo” che si sperava si innescasse.
Il piccolo lavoro svolto è il primo passo di un percorso più grande, che si vuole continuare.

LE FOTO PRINCIPALI DELLA MOSTRA

  
Fino agli anni Sessanta – quando inizia il processo edilizio definito Lottizzazione – nel territorio di Guidonia Montecelio sono presenti importanti Tenute di ricche famiglie.
Nella Tenuta dei Cornetto nel 1948 si costruiscono, per incrementare il guadagno del lavoro agricolo del grano in special modo, i cosiddetti Baracconi: dei grandi capannoni, con caratteristici “fiati” per raccogliere aria e sole, adibiti alla essiccazione del tabacco.
L’imprenditore Cornetto Bourlot chiama gli agricoltori di Lecce e della zona della Ciociaria per iniziare il lavoro della coltivazione della particolare pianta: la maggior parte della popolazione di Colle Fiorito, fino al 1975, trae gran parte del proprio sostentamento da questo lavoro, praticato, dai contadini, in molti casi, a mezzadria.
Quando arriva il tempo del trasferimento delle piante di tabacco dentro i Baracconi lavorano anche i bambini: essi per lo più si occupano della cosiddetta filzatura delle piante:
“si prende un ago bello grande, ci si lega un filo di un metro e cinquanta circa, e si fa passare dentro la pianta che viene poi appesa dentro i capannoni”.
A filza Cornetto da 10 Lire: si fanno circa 10-12 ore al giorno e si guadagnano 1000 Lire con più o meno 100 filze.
4000 Lire a sera se ne guadagnano invece quando il regista Comencini sceglie i Baracconi come luogo in cui girare la scena del Paese dei Balocchi nel suo film Pinocchio.
Circa 400 bambini delle scuole del territorio vengono scelti per fare le comparse.
Gli si danno degli abiti larghi – racconta Bruno, l’attuale presidente della Circoscrizione che partecipò a questo che fu un gioco per i bambini di quell’anno (1970) – e gli si dice di mettersi sulla girandola piena di luci.
La Lollobrigida ogni sera offrì a tutti lo zucchero filato “…e fu una bella cosa…”, racconta Bruno.

I Baracconi sono per Colle Fiorito la fonte di mille storie ancora in gran parte a noi sconosciute.
Durante la mostra ne abbiamo ascoltate delle altre e le grandi foto di essi hanno attirato molti visitatori che le hanno guardate con commozione e a volte con sorpresa.
In questi Capannoni negli anni Sessanta la piccola comunità di Colle Fiorito, ancora priva di una chiesa, celebra una serie di messe.
Si impegna per arredare il grande locale, ma il mese di Dicembre ricorda ad ognuno che i Baracconi non sono adatti a diventare un luogo di preghiera: dai fiati non entra solo sole infatti, ma anche pioggia e vento.
Arriva comunque il tempo della raccolta del tabacco ad affermare questa inadeguatezza del Baraccone, perché la comunità è costretta ad uscirvi per far posto alle piante da essiccare.
Tutto questo – insieme alla descrizione dettagliata delle varie fasi che portarono alla costruzione della prima chiesa, la Chiesa di San Filippo Neri – è riportato sul diario che uno dei promotori del lavoro di creazione della chiesa (impegno che va dal 1959 al 1970) scrisse passo passo l’attività: l’uomo si chiamava Amerigo Felli.

I Baracconi furono demoliti a metà degli anni Novanta, ad opera del costruttore Giuseppe Bernardini, per costruire il primo Centro Commerciale della zona: Piazza Italia, Centro Commerciale La Triade.

Questa è un’altra foto che ha focalizzato l’attenzione di gran parte dei visitatori della mostra: sia per la sua bellezza, sia perché molti di coloro che hanno partecipato alla giornata di esposizione vi sono presenti.
È il maggio del 1959 e la comunità di Colle Fiorito, come ogni anno (come soprattutto accadeva nei loro paesi d’origine) prende la corriera e, passando per Subiaco, arriva a Vallepietra: il santuario della SS. Trinità.
Al ritorno si passa per la chiesa Madonna di Loreto a Guidonia, chiesa nata quasi parallelamente alla fondazione della cittadina, ad opera del Regime Fascista.
Hanno un quadro della SS. Trinità, ma non sanno come tenerlo bene in mostra. Prendono così un bastone e risolvono: è il momento della fotografia.
Le persone nella foto sono in barca nel Laghetto di San Giovanni, nato, secondo leggenda, per via di una bestemmia (la leggenda verrà riportata nel libro su Colle Fiorito che a breve verrà completato).
È un laghetto particolare perché non ha un vero e proprio fondo. Analoga caratteristica la presenta però anche un altro piccolo lago – detto Il Merro – sito a pochi chilometri da Colle Fiorito: a Sant’Angelo Romano.
Si ipotizza addirittura che i due siano collegati sotto terra: l’ipotesi potrebbe essere valida poiché questo nostro territorio è costituito da una grande porzione di acqua. Nel passato esistevano i cosiddetti Laghi Fantasma, come per esempio il Lago dei Tartari sul quale è stata costruita una scuola: la peculiarità di tale tipo di lago è la capacita di scomparire e riapparire.
L’edilizia, a partire dalla metà degli anni Settanta, (soprattutto precedentemente alla stipula del Piano Regolatore – anno 1976) e gli interessi economici in generale, non hanno tenuto conto della serie di particolarità geologiche del territorio, ed hanno così creato non poche difficoltà ai residenti e prodotto danni all’ambiente.
Basti pensare al trasloco forzato al quale sono stati obbligati alcuni degli abitanti della circoscrizione di Villalba, per via dell’abbassamento del livello del terreno su cui sorgevano le loro case.
Tre gli elementi in base ai quali osservare tale questione: l’edilizia volta al solo guadagno, l’estrazione del Travertino, l’uso dell’acqua solfurea – altra particolarità del sottosuolo di Guidonia Montecelio – da parte delle Terme di Tivoli e delle Cave adibite all’estrazione del materiale sopra citato.
La situazione si aggrava considerando che in questi tre settori – aggiungendone anche un quarto costituito dalle cementerie della Buzzi Unicem – lavora gran parte della cittadinanza.

L’abbassamento del livello dell’acqua del laghetto di San Giovanni è solo una delle tante prove di tali sfruttamenti ambientali degli ultimi anni.

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