Quante
volte ci siamo trovati a pensare a cosa sarebbe stato
di noi se le cose non fossero andate in un determinato
modo, se avessimo deciso di fare una cosa anziché
un’altra? Sicuramente tante.
Le vicende della vita si alternano si sfiorano, in
un delicato gioco di invisibili e sottili meccanismi
a muovere i fili di marionette indifese, impotenti
di fronte agli imprevisti dettati dal fato.
Ma “Arrivi e Partenze” non è unicamente
una commedia sul destino, ma soprattutto sui “meccanismi”
dell’amore risolvendosi in un analisi dei comportamenti
umani, delle reazioni a volte ordinate a volte scomposte
di uomini e donne alle prese con i propri sentimenti.
Il piccolo teatro della causalità della vita,
ma anche il suggerimento che, solo che si abbia la
volontà o il coraggio di spostarsi di casella,
si può essere padroni del proprio futuro.
Una scampagnata tranquilla e allegra in compagnia
di personaggi che ci emozionano profondamente perché
ci somigliano e questa emozione è comunicata
allo spettatore.
Ho cercato di far emergere dal testo tutta la follia
ordinaria, la comicità e la malinconia di questi
personaggi così pateticamente contraddittori
che si accorgono di essere vittime del caso e delle
loro frustrazioni.
Dunque viviamo una sola volta, non possiamo tornare
indietro e così passiamo il nostro tempo a
chiederci cosa sarebbe accaduto se avessimo scelto
diversamente.
Ma in un mondo che comprendiamo di rado, i venti del
destino soffiano quando meno ce lo aspettiamo.
Antonio Capitano
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